Sollevazioni, perchè hanno in mira sempre il governo, la nobiltà, e il tesoro pubblico? 352.
Sopramonte Giovanni, nemico giurato dei Palermitani, protegge in Madrid i Messinesi 376.
Soria Diego, marchese di Crispano, strategoto della città di Messina, prende prima la protezione del partito dei Malvizzi, e poi di quello dei Merli, 394. Carcera uno sarto, ch’era del primo partito, e trovavasi bene accetto a tutta la nobiltà, ivi. Essendosi suscitati in città dei muovimenti per questa tale carcerazione, chiama i senatori al regio palagio, e li minaccia di severi gastighi, se subito non sedavano il popolare tumulto, che si era suscitato, ivi, e seg. È bloccato dalla fazione dei Malvizzi nella propria abitazione, ed è dichiarato dal senato per nemico della patria, 395. Non potendo più sostenersi, capitola coi rivoltati, cede il palagio reale, e la torre del Faro, e se ne parte, 396.
Spadafora Giacomo, messinese, si unisce alla ribellione dei fratelli Imperadore, 164.
Spadafora Pietro, compagno di Giovan Luca Squarcialupo, fugge fuori la città di Palermo, 161.
Spagnuoli, che sono di guarnigione alla Goletta, si rivoltano, 180. Vengono in Sicilia, e fanno delle scorrerie, ivi. Si sottomettono, se gli promette il perdono, non ostante il quale, i loro capi sono castigati colla morte, ivi, nota 2.
Speciale Nicolò, fu vicerè di Sicilia, 47, [CXII] fu diverso dallo autore della storia di Sicilia, ivi. Dimette due volte il governo nelle mani del serenissimo infante Pietro, fratello del re Alfonso, 48, e poi lo riprende, 49. Assegna i giusti limiti alla immunità ecclesiastica, ivi.
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