Testa Francesco, vescovo di Siracusa destinato alla visita di Malta, 585. Suo errore intorno agli atti del parlamento dell’anno 1549, 191, nota 3. Trovandosi arcivescovo di Morreale, è eletto per uno dei ministri della giunta gesuitica, 615.
      Titoli, che godea la nobiltà di Sicilia nella corte, come fossero decaduti? 218, nota 3.
      Tofania, acqua velenosa, chi l’avesse inventata? gastigo dato alla inventrice, 313, e nota 4.
      Toledo Garzia, figliuolo di Pietro, vicerè di Napoli, destinato alla impresa dell’Affrica, contrasta al vicerè Giovanni de Vega il comando delle truppe di terra, 193. Col suo valore, ed assistito dai cavalieri della religione di Malta, assalta, e prende il castello di Mahadia, ivi. È destinato allo acquisto della fortezza del Pegnone, di cui in breve tempo s’insignorisce, 209. Viene di poi eletto vicerè del regno di Sicilia, 212, dove appena arrivato, parte per la Goletta, e poi va a Malta, 214. Si reca poi in Palermo, ed indi passa a Messina, ivi. Condotta da lui tenuta intorno alla isola di Malta, 215, che non si è mai capita dai politici, ivi, nota 3. Dopo quattro mesi d’indugio, arreca finalmente il promesso soccorso a quella isola, ivi. Ritornato a Messina fortifica tutte le città marittime del regno, ivi, e seg. Tiene in Catania nell’anno 1566, l’ordinario generale parlamento, 216. Spedisce persone pratiche in Malta, per osservare il sito della nuova città, che vi si volea fabbricare, che fu poi chiamata la Valletta, procura per [CXV] questo edifizio un sussidio di 50 mila scudi al gran maestro del re Cattolico, e spedisce dalla Sicilia degli operarî per sollecitarne la fabbrica, 217. S’imbarca per discacciare dai nostri mari il famoso Pialy, e lascia un presidente del regno, ivi.