È avvisato in tempo, e si ritira occultamente al regio palagio, 350. Iscuopre lo autore di questa nuova congiura, cioè Pietro Milano, ivi. Ne ordina la cattura, e mette il taglione alla di lui testa, ivi. Avutolo in potere, con un sommario processo lo fa subito strozzare, 351. Vien commendato dal re Cattolico Filippo IV, il quale gli accorda il posto di luogotenente, e capitan generale della Sicilia, ivi. Viene a capo d’iscuoprire un’altra congiura suscitata dal Ferro, lo fa assalire dalle truppe, e lo gastiga colla morte, ivi, e seg. A smorzare queste rivoluzioni, disarma la plebe, 352, e fa entrare nuove soldatesche in città, ivi. Si nega di rimettere le gabelle senza il previo permesso della corte; frattanto erigge una deputazione, per determinare quali queste esser dovessero, 353. Caccia dalla città gli oziosi, e i vagabondi, ivi. Fabbrica due forti accanto al regio palagio, ivi, ed ordina, che il popolo restituisca le armi, che ancor tenea in potere, ivi. Susurri nati in città per questo bando ivi, nota 2. Tranquillata la città celebra l’anno 1648, il generale parlamento, 354, e n. 2. Frena la rivoluzione eccitatasi nella città di Girgenti, 355. Invitato a Messina dal serenissimo Giovanni d’Austria, si scusa dallo andarvi, ivi. Si cerca, se ciò abbia fatto per gelosia? ivi, nota 3. Manda però in quella città il marchese Flores, per istruire di ogni cosa quel principe, da cui cerca, ed ottiene delle truppe per tranquillare interamente la capitale, ivi. Con queste soldatesche obbliga i consolati delle arti a consegnare tutte le artiglierie dei baluardi urbani, 356. È eletto vicerè di Sardegna con una pensione di 4 mila scudi, ivi, e nota 1. Provvede ai bisogni del regio erario, ivi.
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