Ventimiglia Carlo, conte di Prades, governatore del castello di Taormina, indarno cerca dal vicerè marchese di Castel Roderigo truppe, per difendere quella piazza, dove assalito dai Francesi resta prigione, 407. Incolpato ingiustamente della perdita di esso, chiede di essere ricambiato, per difendersi, ivi. Non potendolo ottenere dal ridetto vicerè, tratta col duca di Vivonne comandante dei Francesi, il quale sotto la parola di onore gli concede di portarsi a Madrid, dove si discolpa, ed è fatto maresciallo di campo, ivi, n. 2.
Ventimiglia Carlo, figliuolo bastardo di Giovanni, cavaliere di Malta, si fa capopopolo, sotto il nome di liberatore della patria, è preso nella campagna, ed avendo confessato il suo delitto, è strozzato, 342.
Ventimiglia Giovanni, conte di Geraci governa colla carica di vicerè il regno di Sicilia, 51. Pregi di questo cavaliere, ivi. È disfidato dal conte di Luna a duello, e ne disprezza lo invito, ivi. S’imbarca col re Alfonso il Magnanimo per lo acquisto del regno di Napoli, ivi. È spedito in Calabria, dove s’impossessa di tutto ciò, che occupato avea il Caldora, generale della regina Giovanna, 53. È fatto capitano di una delle quattro galee contro il Turco, 81. Pieno di meriti si ritira con molte onorificenze alla patria, 89. In quale riputazione sia sempre stato, ivi, n. 4.
Ventimiglia Giovanni secondo, conte di Geraci, strategoto della città di Messina, sua destrezza nello estinguere la tumultuazione suscitatasi in quella città l’anno 1593, 259. È incaricato della difesa della medesima città, e dei contorni di essa contro le temute invasioni del Turco, 260. Provvide disposizioni, ch’egli dà in codesta occasione, ivi, e seg.
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