Prende nel 1802 la firma degli atti governativi, 713.
[CXXVI] Capua (castello di) capitola nel 1799, 706.
Caracciolo Domenico marchese di Villamaina dei principi d’Avellino assume la carica di vicerè in Sicilia, 662. Speranze concette per la sua venuta, ivi. Abolisce il prezzo fisso del pane: e richiama in osservanza l’antico sistema di dirigere a lui le suppliche tutte e le rappresentanze d’ogni autorità, ivi. Percuote orrendamente il baronaggio di Sicilia, 663. Fa lastricare parecchie strade, ivi. Impedisce le processioni notturne, ivi. Malcontenti nell’isola del governo del Caracciolo, e satire e carte derisorie scritte in quel tempo a di lui carico, ivi. Le maldicenze partivano dalla nobiltà, ivi. Castighi dati a taluni distinti personaggi per tale congiuntura, ivi. Affranca il colono dall’obbligo di dover prestare forzoso lavoro al feudatario padrone, ivi. Cerca di togliere alla compagnia dei Bianchi il dritto di far grazia in ogni anno ad un reo condannato del capo, 664. Fa abolire il tribunale del sant’Uffizio, 665. Ordina l’apertura del triennale parlamento nel 1782 e vi legge il discorso inaugurale, 666. Tenta di reprimere l’influenza baronale nelle risoluzioni parlamentarie, ivi. Vuole stabilire un mercato settimanile in Palermo, ivi. Provvidenze date da lui in occasione di una rissa dei Fratelli Pietro e Salvatore Palazzo marmorari, ivi. Sono generalmente tenute come temerarie, 667. Modera l’istituzione dei fedecommessi, 668. Vieta l’uso della spada agli artieri meccanici, ivi; ed ai vescovi di lanciare spesso monitorî e scomuniche, 669. Soccorre la città di Messina pel funesto tremuoto dell’anno 1783, ivi.
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