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      Hist. lib. V, p. 189 e 190), e il Caruso (Mem. Stor. part. III, lib. I, vol. I, pag. 10) rapportano lo stesso fatto, ma discordano in una circostanza; giacchè vogliono che il Caprera prese questa risoluzione, poi che seppe l’arrivo a Trapani degli ambasciadori. Racconta lo storico messinese, da cui il Caruso trasse questa notizia, che gli ambasciadori giunti a Trapani spedirono Pietro Martini a Palermo, acciò chiedesse alla regina la galea che comandava il Torella, con cui intendeano di portarsi a Palermo, e che costui passando per Alcamo fu trattenuto un giorno e mezzo dal conte di Modica, per impedire che la regina Bianca sapesse l’arrivo degl’inviati, e per eseguire il disegno che allora gli venne in capo; e riflette che l’inganno usato da questo nemico della regina, giovò alla medesima, perchè, se la galea fosse andata a Trapani, come il Martini avea commissione di ricercare, la principessa non avrebbe forse avuta la maniera di sottrarsi al suo nemico.
      (45) Tom. III, dec. II, lib. IX, cap. 8, p. 167.
      (46) Mem. Stor. part. III, lib. I, vol. 2, p. 2.
      (47) Sican. Hist. lib. V, p. 190.
      (48) Ivi.
      (49) Tasso, canto 18.
      (50) Surita, Annal. de Aragon., t. III, lib. XI, cap. 76, pag. 59.
      (51) Surita, loc. cit., t. III, lib. IX, cap. 76, pag. 59.
      (52) Ivi.
      (53) Surita, loc. cit., t. III, lib. XII, cap. 3, p. 77.
      (54) Ivi.
      (55) De regno Ferdinandi de Aragonia, lib II.
      (56) Dec. II, lib. IX, cap. 8.
      (57) Rapporta questo scrittore, che il Lihori fe’ rinserrare il Caprera in una cisterna, e che ordinò che si aprissero gli aquedotti in guisa che entrando le acque fu vicino a soffocarsi, chiedendo inutilmente soccorso da’ domestici; che finalmente alle tante grida accorse un uomo, il quale mosso da compassione andò tosto ad avvisarne il Lihori, il quale fingendo di esser sorpreso da questo improvviso accidente, comandò che fosse tratto, così bagnato come era, dalla cisterna, e trasportato in un’altra prigione del pari orrenda, perchè oscura e puzzolente; che ivi non potendo reggere agli strapazzi ed ai digiuni che soffriva, cercò di guadagnarsi il carceriere, offrendogli mille scudi d’oro, se lo lasciava scappare; che questi, pascendolo di speranze, palesò l’offerta all’ammiraglio, il quale gli permise di promettergli la fuga, ma a condizione che prima pagasse i mille scudi, e che scappasse dalla finestra.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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