Questo tributo di lode si deve a quei campioni, che spargendo il loro sangue liberarono i paesi d’Italia da una certa rovina.
(490) Questo cavaliere fu figliuolo primogenito del marchese Giovanni Ventimiglia tanto famigerato ai tempi del re Alfonso il Magnanimo; nè degenerò punto dalla virtù del padre nell’arte militare, contandosi innumerabili vittorie navali da lui ottenute, finchè visse, e fu il grande ammiraglio del nostro regno.
(491) Reg. della Regia cancelleria dell’anno 1479-1480, XIII. indiz. segn. lett. A, fogl. 402.
(492) Vuolsi che i Fiorentini abbiano raggirato l’animo di Maometto II, dandogli ad intendere che se non opprimeva il re di Napoli, da cui i cavalieri di Rodi traggevano considerabili soccorsi, non gli sarebbe mai riuscito d’imposessarsi della loro Isola. Con questa soprafina politica speravano di levarsi d’addosso il real principe Alfonso primogenito del re Ferdinando, che facea loro la guerra in Toscana. Riuscì questo disegno; imperciocchè entrate le armi maomettane nella Puglia, Ferdinando fu costretto a richiamare il figliuolo, e l’armata, con cui molestava i Fiorentini.
(493) Reg. dell’anno 1480.1481, XIV. indiz. segn. lettera A, fogl. 160.
(494) Forse questi sforzi de’ cristiani sarebbono stati inutili, se la morte non avesse reciso le fila della vita di Maometto II. a’ 2 di luglio. Ariadeno Baglivo di Negroponte, ch’era restato alla difesa della città di Otranto, e al comando dell’armata, udendo che il Gran Signore era già morto, e che i due suoi figliuoli Bajazette, e Zem, o Zizim si disputavano l’impero, fece una capitolazione con Alfonso figliuolo del re di Napoli, e abbandonando l’Italia, ci liberò dal pericolo in cui eravamo.
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