(510) Reg. della regia cancelleria dell’anno 1485.1486 IV. Indiz., segnato colla lettera F, f. 217.
(511) Il Mongitore (Parlam. gen. di Sicilia, tom. I, pag. 107) fa memoria di questo parlamento, ma lo fissa all’anno 1488, nel che sbaglia, come si fa chiaro dal monumento, che or ora sarà riferito.
(512) Mongit. Parlam. di Sic., tom. II, p. 107.
(513) Non si sa, i parlamentarii avessero voluto dare quest’onore al vicerè per fargli cosa grata, o vero per allontanarlo per qualche tempo dalla Sicilia. Deve però esser certo ch’ei ne dovette restar compiacciuto, giacchè questa elezione lo mettea a portata di mostrare a Ferdinando, ch’era amato dalla nazione.
(514) Reg. della regia cancelleria dell’anno 1486.1487 V. Indiz., f. 467.
(515) Tom. I, pag. 524, e seg.
(516) Reg. della regia cancelleria dell’anno 1488, VII. Indiz., segn. num. 2, f. 166.
(517) Reg. della regia cancelleria dell’anno 1487.1488 VI. Indiz., segnato colla lett. A, f. 591.
(518) Nello stesso Reg. della regia cancelleria, f. 49.
(519) Vertot, Hist. del Oltre de Malte, tom. III, lib. VIII, p. 148 e 149.
(520) Sbaglia il p. abate Amico (nelle note al Fazello dec. II, lib. IX, cap. 11, nota 2) chiamandolo Federico; il vero suo nome fu Francesco. La sua famiglia dicesi ancora de Abatellis, cognome troppo rinnomato nella storia di Sicilia. Era egli conte di Cammarata, e in valore ed esperienza di guerra non la cedeva a veruno, come ne diede delle chiare prove in questa difficile, e scabrosissima commissione.
(521) Surita, Annal. de Arag., tom.
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