84, lib. V, p. 349. Guicciardini, Hist. d’Italia, lib. VI, p. 184.
(602) A far questo gli era d’uopo di pacificarsi col re di Francia, e di fortificarsi con nuove confederazioni. Chiese a Ludovico XII. madama Germana de Fox sorella cugina di esso per isposa, e fu convenuto, che quella parte del regno di Napoli, ch’era in potere degli Spagnuoli, ed appartenea a’ Francesi, si computasse come dote di questa principessa, e che Ferdinando fosse obbligato di pagare al re di Francia settecento mila docati, o, come vuole il Surita, (ivi t. VI, lib. VI, cap. 13, p. 21), cinquecento mila nello spazio di dieci anni per ristoro delle spese fatte nella guerra di Napoli. Si unì ancora col re d’Inghilterra, e co’ Veneziani, da’ quali sperava degli appoggi contro il genero.
(603) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 137.
(604) Fra’ patti convenuti col genero fu stabilito, che gli si lasciava il regno di Napoli, e le scoperte isole nelle Indie occidentali, che avea acquistate il Colombo; nonostante che queste conquiste si fossero fatte coi denari, e colle soldatesche di Castiglia. Gli fu inoltre accordato, che fosse riconosciuto, mentre vivea, come gran maestro degli ordini di S. Jacopo di Alcantara, e di Calatrava.
(605) Varie cagioni si apportano dagli storici, dalle quali credono che siesi indotto questo monarca a venire in Italia. Piace ad altri ch’egli soffrisse a malincuore di restare così negletto, dopo che avea fatta in Ispagna una comparsa così splendida. Opinano altri ch’ei vedendosi così povero, giacchè nè l’Aragona, nè le isole conquistate dal Colombo gli rendeano, quanto era necessario a vivere, sperasse colla sua vicinanza di trarre da Napoli, e dalla Sicilia molto danaro.
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