(658) Il Muratori (Annali d’Italia all’anno 1516) fissò la morte di questo sovrano ai 15 dello stesso mese, ma noi abbiamo seguite le pedate del Surita scrittore della di lui vita, e spagnuolo, che dovea meglio che l’annalista italiano saperne il preciso giorno.
(659) Surita, Hist. del Rey D. Hernando t. VI, lib. X, cap. 121, pag. 402.
(660) Sandoval, Historia della vida di Carlos V. lib. I, § XXI, e seg.
(661) Dispiacea sommamente ai nobili l’alterigia di questo cavaliere; riprovavano i buoni la sfrenatezza assai patente dei di lui costumi, in generale tutti esecravano la di lui avarizia; vizio, che si palesò nel viceregnato. Un governante superbo, scostumato ed avido non può piacere, che a pochi, i quali fomentando le di lui malnate passioni, migliorano i propri interessi. Questo è il carattere, che fanno di questo vicerè i nostri storici, e in particolare il Fazello (Deca II, lib. X, tom. III, pag. 158), scrittore contemporaneo, la di cui testimonianza diviene perciò rispettabile.
(662) Soffiavano in questo tumulto, sebbene di soppiatto, il conte Pietro Cardona, Federico Abatellis, il conte di Cammarata, il marchese di Geraci, il marchese di Licodìa, ed altri magnati, ch’erano nemici giurati del Moncada.
(663) Federico del Carretto de expulsione Hugonis de Moncada, nel primo tomo degli opuscoli di autori Siciliani pag. 6.
(664) Non vi era certamente alcuna prammatica, che prescrivesse la continuazione de’ vicerè nel governo del regno, nonostante che fosse seguita la morte del sovrano; anzi si era sempre creduto che in codesto caso tutta l’autorità risiedesse nel maestro giustiziere.
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