Di poi regnando Carlo III. re di Spagna fu differita a’ 4 dello stesso mese, ch’era il giorno consegrato al di lui nome, e così si è continuato fino al 1786, ma nell’anno seguente avendo il re aboliti tutti i giorni detti di gala, e stabilito il capo dell’anno per unica solennità, in cui va il senato, la nobiltà, e il ministero al regio palagio a complimentare il vicerè, fu risoluto che anche la presentazione del falcone si facesse nello stesso giorno, come già si è cominciato ad eseguire sono già quattro anni.
(760) Vol. Mss. nella libreria del senato di Palermo lett. P. 9.
(761) Hist. de Malte lib. IX, t. III, pag. 503.
(762) Mongit. Parl. di Sic. t. I, pag. 173.
(763) Mongit. ivi pag. 176.
(764) Cap. regni Sic. t. II in Carolo pag. 93.
(765) Ci è ignoto per qual ragione alle suppliche fatte dal regno non siesi risposto dall’augusto Carlo che dopo tre anni, e sospettiamo che il vicerè Pignatelli abbia voluto aspettare che questo principe fosse ritornato in Spagna, per farle presentare. Ciò però, che ci arreca maggior meraviglia, è appunto, che l’esecuzione delle dette grazie non ebbe luogo in Sicilia, che 28 anni dopo, che furono accordate, e dopo la morte dell’imperatore, cioè a’ 14 di gennaro 1562 mentre regnava Filippo II, trovandosi vicerè Giacomo della Cerda (Cap. reg. Sic. t. II, pag. 95.)
(766) Mongit. Parl. di Sic. t. I, pag. 179.
(767) Fu osservato allora che la galea siciliana, nella quale era il vicerè; tenne sempre alzato il pennone in presenza dell’ammiraglio, nè lo calò se non quando il Pignatelli entrò nella galea comandata dal Doria (Maur.
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