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      P. II, lib. III, p. 444) quanto oprarono i Messinesi per onorare l’imperadore, e fra l’altre cose racconta, ch’eglino gli fecero un donativo straordinario di tredici mila docati d’oro, ch’erano chiamati trionfi, e dice che questo dono fu assai gradito da Cesare, molto più ch’era offerto dietro a quello di dugento cinquanta mila docati fatto dal parlamento, alla quale contribuzione aveano ancor concorso i Messinesi. A noi fa grande impressione il silenzio del Maurolico autore contemporaneo, che fu presente a questa solennità, il quale nulla ci dice altro, se non che furono apparate le case, preparate delle caccie, e fatte altre spese dal pubblico: Diversoria, et hospita omni apparatu instructa, venationes ferarum exhibitas, et caetera publico sumctu subministrata.
      (796) Maurol. Sic. Hist. lib. VI pag. 222.
      (797) Maurolico Sic. Hist. lib. VI pag. 222.
      (798) Era morto a’ 24 di ottobre 1535, Francesco Sforza duca di Milano, senza lasciare eredi. L’augusto Carlo, che n’ebbe la notizia, mentre era in Napoli, pretese, che trovandosi estinta la linea sforzesca, quel ducato decadeva all’impero, e perciò spedì Antonio di Leva a prenderne il possesso. Francesco I, che credea di avervi de’ diritti, incaricò il suo ambasciadore che stava presso l’imperadore, acciò dimandasse in suo nome l’investitura di Milano, e non avendo ricevuta una risposta gradevole, pensò d’impossessarsene colle armi, e dimandò il passaggio per le Alpi delle sue truppe dal duca di Savoja. Questi essendosi negato, Francesco ne invase gli stati, ed occupò una buona parte del Piemonte, e della Savoja.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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