Che il Gonzaga sia andato in Spagna poco dopo questo fatto, non può dubitarsene, qualunque ne sia stata la causa.
(821) Chi dice che vi andò per discolparsi dall’avere controvenuto a’ patti giurati co’ Spagnuoli, che si erano ammutinati; chi opina che vi fu chiamato per sedare la ribellione suscitatasi nella città di Gante nelle Fiandre; piace ad altri che Carlo volesse con lui concertare il modo da tenere il Turco lontano da’ suoi stati. Vi è chi crede che volesse consultarlo per la difesa del ducato di Milano, ch’era minacciato da Francesco I. re di Francia; e non mancano di quelli, che pensarono che Cesare volesse portar la guerra in Affrica, e ne volesse incaricare questo prode vicerè, ch’è forse la cosa più verisimile.
(822) Reg. della regia cancellarìa dell’anno 1539.1540 XIII Indiz., f. 160 e seg.
(823) Mongit. Parl. di Sic. t. I, pag. 219, e seg.
(824) Maurol. Sic. Hist. lib. VI, p. 226.
(825) Maurol. ivi p. 226.
(826) Carlo V. dopo l’acquisto della città, e del castello di Tunisi, si era compromesso di ritornarvi per riconquistare tutte le altre città soggette a quel regno. Mulei-Assen non lasciava di assordargli le orecchie, ricordandogli la promessa, e vieppiù gli fe delle premure quando si vide traballare la corona in capo per le tumultuazioni dei Tunisini, che odiandolo a morte per le sue crudeltà, cercarono di scuotere il giogo. Mosso perciò Cesare da compassione, e volendo sostenere ciò, che avea fatto l’anno 1533, comandò al Gonzaga, e al Doria, che marciassero in Affrica, per sostenere quel re, e per conquistargli le altre città.
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