Erano questi chierici ammogliati, i quali vestendo l’abito chericale, erano addetti al servizio della chiesa. Questi, che forse non aveano luogo, che nei due regni di Sicilia, e di Napoli, furono poi riformati dalla sacra congregazione di Roma l’anno 1623 sotto Gregorio XV.
(851) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 231.
(852) Reg. della regia cancellarìa dell’anno 1543.1544 II indiz. f. 393.
(853) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 238, e seg.
(854) La sola città di Patti fu privilegiata nel detto parlamento. L’ammiraglio turco Ariadeno dopo di avere apportati i danni, che abbiamo accennati, a Lipari, si era avvicinato alla detta città, non forse per altro, che per provvedere d’acqua la flotta. Gli abitanti all’approccio di costui sen’erano fuggiti, e la sua gente entrata in città, e trovandola deserta, la saccheggiò, e per fino rubò le campane dei templi a fine di fonderne dei cannoni. Trovandosi adunque i Pattesi, che poi ritornarono, allontanata l’armata turca, spogliati di tutti i loro averi, furono considerati come poverissimi, e perciò resi immuni dal pagamento del donativo (Del Carretto de bello Africano lib. III, t. I, della raccolta degli opuscoli di autori siciliani p. 113).
(855) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 258, e seg.
(856) Maurolico Sic. Hist. lib. VI, pag. 230 – Reg. della regia cancellarìa dell’anno 1545.1546 IV ind. f. 490.
(857) Qual esito avesse avuto la sindicatura del prete Cordova, non è indicato da’ nostri storici. I soli Messinesi Maurolico (Sic. Hist. lib. VI, p. 230), e Bonfiglio (Sic.
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