(877) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 259.
(878) Amico Cat. Illustr. lib. VIII, cap. I, tom. II, pag. 388.
(879) Questi due forti, ch’erano muniti di cannoni, furono diroccati dal senato di Palermo; quel del tuono l’anno 1754, essendo pretore Giovanni Maria Ramondetta duca di Montalbo, e quel del Vega l’anno 1783, sotto la pretura di Girolamo Graffeo principe di Partanna. Nella presente maniera di assalire le piazze, per cui i nemici si avvicinano al lido colle barche piatte, e così si salvano da’ cannoni de’ baluardi, questi sono diventati inutili, e si sono credute più opportune le batterie a fil d’acqua. Col diroccamento di questi forti è divenuta la marina di Palermo più nobile, e più spaziosa.
(880) Presso di noi questi fuochi sono chiamati Fani verisimilmente dalla parola greca fanòs, che significa una lampade.
(881) Le mentovate torri sono al numero di trentasette, i di cui custodi sono mantenuti dalla deputazione del regno, la quale per assicurarli dalla invasione di qualche piccolo legno, vi collocò sin d’allora de’ cannoni, e li munì di palle, e di polvere per difendersi. La città di Palermo poi a parte nelle sue riviere ne fe’ ergere altre dieci, che sono mantenute dall’erario civico, e per le quali è il pretore avvisato di ora in ora di qualunque novità, che accade nel mare, che bagna il suo territorio.
(882) Registro della regia cancellarìa dell’anno 1549.1550, VIII indiz. fogl. 565.
(883) Vertot Hist. de Malte lib. XI, tom. IV, pag. 162, e seg.
(884) Reg. della regia cancellarìa dell’anno 1549.1550 VIII indiz. f. 641.
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