Il castello di S. Elmo era molto opportuno a questo effetto: ma oltre di essere piccolo, non trovavasi fabbricato secondo le regole dell’arte. Lo ingrandimento di questa fortezza fu il primo scopo del gran maestro; corresse egli tutte le irregolarità, la cinse con nuovi baluardi, e la rese formidabile ad ogni armata, che volesse entrare nell’uno, o nell’altro porto. Ciò eseguito immaginò, che se presso a quella penisola vi si fabbricasse una città difesa da muraglie, e da rivellini, nella quale si trasportasse il convento, allora non sarebbe più da temersi qualunque ridottabile nemico. Abitavano prima i cavalieri nel gran Borgo, il quale essendo nel basso, era dominato dalle colline, e dalle balze, che lo circondavano; di maniera, che occupate queste da’ nemici, era perigliosa cosa il difendersi; quando all’incontro trasportandosi i cavalieri nella ideata città presso il mentovato castello di S. Elmo, erano sicuri da ogni sorpresa, e in grado di potere difendere con più comodo quella fortezza, e di allontanarne il nemico. Ecco la cagione, per cui fu fabbricata la Valletta.
(993) La mentovata isola di Scio nell’Arcipelago, detta ancora Chio, e Sio, appartenea ai signori Giustiniani di Genova, (sebbene di poi sia passata in potere dei Veneziani nell’anno 1696). Erano eglino in pace col Turco, e gli pagavano un annuo tributo. L’apparente motivo, per cui Solimano la conquistò, fu perchè aveano trascurato di pagare puntualmente il tributo, e perchè avvertito aveano i Maltesi dei preparamenti, che si erano fatti l’anno antecedente in Costantinopoli contro la loro isola.
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