LXIV.
(1017) Così leggesi nel manoscritto di Gio: Battista la Rosa, il quale ci avverte ancora, che era allora arcivescovo di Palermo Ottavio Preconio. Quindi deve correggersi l’errore del Pirri (Sic. Sac. Not. in Eccl. Monregalensis pag. 433), e dell’abate D. Michiele del Giudice (tempio di Morreale; Vite degli arcivescovi pag. 73), i quali fissano la venuta di esso Cardinale nell’anno 1569, imperocchè in detto anno nè il principe di Castelvetrano era più presidente del regno, nè il Preconio più vivea, che secondo il Pirri (ib. not. 1 Eccl. Panorm. p. 182) morì ai 18 di luglio 1568, in cui perciò dee fissarsi l’arrivo di questo porporato.
(1018) Reg. del protonotaro dell’anno 1567.1568 XI indiz. f. 278.
(1019) Nello stesso registro.
(1020) Paruta Mss. della libreria del senato p. 9.
(1021) Il tragico fine di questo principe, unico allora rampollo di Filippo II, e nella età di 23 anni, fe inarcare le ciglia all’Europa tutta; nè mai se ne penetrò il vero motivo. Una notte improvisamente il monarca di Spagna accompagnato da guardie entrò nella camera di Carlo, che stava riposando, e tratte le carte, ch’erano nel di lui gabinetto, e quanto potea nuocergli, e fattegli inchiodare le finestre, lo lasciò in potere delle guardie, alle quali ordinò che osservassero tutti i di lui movimenti, e le di lui parole. In capo a qualche giorno lo fe racchiudere in una torre, e ne avvisò tutti i principi europei, non adducendo allora altra causa di questo eccessivo rigore, se non il servigio di Dio, e la serenità di sua coscienza.
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