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      Volendo i politici ripescarne la vera cagione, non la indovinarono. Chi disse che il re Cattolico si fosse mosso da gelosia per l’affetto, che mostrava la regina sua madrigna per questo principe: chi perchè mormorava della condotta del padre, e dei di lui ministri: chi perchè proteggeva occultamente la ribellione degli Olandesi, e la eresia, che presso loro si era introdotta: chi perchè avea tentato di fuggirsene in Italia, dove avea delle aderenze. Morì questo infante ai 24 di luglio di violenta morte, e fu seguito ai 3 dello stesso anno dalla regina Elisabetta sua madrigna, che fu rapita da un morbo del pari violento.
      (1022) Paruta Mss. della libreria del senato pag. 10.
      (1023) Il Giannone (Istoria civile del regno di Napoli T. V. lib. XXXIII cap. IV, pag. 54) parla diffusamente di questo affare; ma s’inganna nel credere che questa Bolla fosse stata la prima volta promulgata da questo Pontefice. La Bolla in coena Domini fu assai più antica; e Pio altro non fece che accrescerne gli articoli. Questa costituzione cotanto perniciosa ai diritti dei sovrani non si legge più in Roma. La santa memoria di Clemente XIV conoscendone l’incoerenza, e l’esorbitanza, abolì col solito suo zelo, e prudenza l’uso di promulgarla; nel che è stato seguito dal regnante del pari saggio pontefice Pio VI.
      (1024) Noi non ci occuperemo a far rilevare gli enormi pregiudizj, che colla bolla in coena Domini si arrecavano ai regj diritti, palesati dal vicerè Avalos alla corte di Madrid, per diverse cagioni.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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