Soggiunge, che ai 4 fe un altro sbarco di gente, che fu attaccata da Diego de Silva, e da Francesco Belvis, ed astretta a ritirarsi; che ai 5 del mese fu mandato un rinforzo, che giunse fino alla terra di Avola, che trovò spopolata, e solo saccheggiò; e che ai 6 dello stesso mese fe smontare delle soldatesche alla marina di Scicli, contro le quali accorso il principe di Butera con seicento cavalli, ne li fece sloggiare, avendo eglino lasciati sul suolo estinti intorno a dugento. Queste scorrerie debbono riferirsi all’anno antecedente 1572, quando l’Ulucchiali trascurando la difesa di Tunisi, battea i nostri mari per farvi delle prede. Nell’anno 1573, di cui ragioniamo, sono di accordo tutti gli scrittori che l’Ulucchiali scottato di ciò, che gli era accaduto l’anno antecedente, marciò con Sinan bassà suo genero a dirittura in Barberia. Nè potea, o dovea fare altrimenti; imperocchè essendo il principale oggetto di questa impresa il regno di Tunisi, e la fortezza della Goletta, avrebbe fallito certamente il colpo, se intrattenendosi a molestare la Sicilia, avesse dato tempo al re Cattolico di spedirvi dei soccorsi, ed agio ai castellani di quelle fortezze di vieppiù fortificarsi.
(1073) Non sarà discaro ai nostri leggitori, che noi in questo luogo avvertiamo che nel medesimo anno 1574 fu dalla città di Palermo comprata la famosa fontana, che sta dirimpetto al palagio del pretore. Era questa stata lavorata in Firenze per ordine di Luigi, e Garzìa de Toledo; l’ultimo dei quali fu nostro vicerè, non si sa a quale oggetto, ma forse per ornarne qualche villa, ch’eglino aveano nelle campagne di Napoli.
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