Garzìa de Toledo, o perchè la trovasse troppo magnifica; o perchè ridotto a vita privata avesse cambiato sentimenti, pensò di venderla, e la esibì al senato di Palermo, che la comprò per sessantotto mila cento novantadue scudi. Noi non c’intratterremo a descriverla; potrà consultarsi il Baronio (de Majestate Panormitana lib. I, cap. 13, pag. 126 e seg.), da cui si saprà che le statue, ch’erano destinate ad altro oggetto, per opera di Antonio Veneziano famoso poeta furono così disposte, che sembrava essersi quella fontana lavorata propriamente per la città di Palermo. Non fu poi collocata questa magnifica fontana, che nell’anno 1580.
(1074) Mongit. Parl. di Sic. t. I, pag. 369, e seg.
(1075) Tom. II. in Filippo I, pag. 268.
(1076) Ingrassia Descrizione della peste dell’anno 1575 P. I. – Longo in Chron. apud Maurolycum Sic. Hist. pag. 255. – Carrera Mem. Stor. di Catania P. II, lib. I, pag. 101. – Serio Istor. Cron. della pestilenza di Sicilia presso Mongit. Sic. Ricer. t. II, pag. 487.
(1077) Longo ib.
(1078) Vuolsi che il capitano della galeotta, che avea recata in Siracusa la pestilenza dallo Egitto, dopo di essere stato in varj porti, venne in quello di Palermo, e che avendo avuto commercio con una puttana maltese, le lasciò in dono diverse robe di lana. Questi drappi comunicarono lo stesso male nella capitale. Ne fu assalito prima il quartiere di S. Domenico, e poi quello di S. Francesco. (Serio Istoria cronologica delle pestilenze di Sicilia presso il Mongitore Sicilia Ricer. t. II, p. 481, e seg.
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