Stor. parte III, lib. IX, tom. III, pag. 221.
      (1107) Fra questi gran croci, che fomentavano il partito de’ giovani cavalieri, era il principale Malarino dell’Escur, detto volgarmente Romegas, che avea un partito formidabile, ch’era sostenuto dalle lingue di Castiglia, e di Portogallo, e come altri vogliono di Aragona, e di Alemagna ancora, ed a cui erano uniti altri cavalieri delle tre lingue di Francia. Costoro spacciavano, che costava abbastanza la debolezza della mente del de la Cassiere; giacchè, diceano eglino, invece di provvedere i magazzeni dell’isola delle necessarie vettovaglie in caso che i Turchi improvisamente l’assalissero, e in vece di spedire la flotta alla caccia dei corsali, che turbavano il commercio dei Cristiani, era tutto intento, e consumava inutilmente il tempo a cercare, quali fossero le femine triste di Malta. Soggiungevano, ch’egli nei gran consigli, nei quali si discutevano i più interessanti affari, se ne stava dormendo, e solo vegliava, quando trattavasi di tormentare i suoi religiosi (Vertot Hist. de Malte t. V, lib. XIV, pag. 145 e seg). Crescendo il fermento si giunse al segno d’intimare al gran maestro, che stante la sua insufficienza si scegliesse un luogotenente; e siccome egli si negò, unitisi i malcontenti tumultuariamente nella casa di Pietro Tressin elessero a questo posto il Romegas; nè di ciò contenti, aggiungendo alla dissubbidienza l’oltraggio, catturarono il de Cassiere, e lo condussero, come se fosse stato un prigione di stato, nel castello S. Angelo tra le fischiate degl’irritati giovani, e le irrisioni delle donne pubbliche (Vertot ivi).