(1138) Longo Chronol. Sic. apud Maurol. Sic. Hist. pag. 216.
      (1139) Mem. Stor. P. III, lib. X, t. III, pag. 235.
      (1140) Paruta giornali p. 10.
      (1141) Prima di questo anno, essendo in Messina il marchese di Briatico, trovandosi il detto visitatore in Palermo per compilare i processi contro di costoro, nacque una contesa fra esso, e il senato di Palermo. Pretendea questo magistrato in forza dei privilegi accordati alla città, che nell’assenza de’ vicerè da Palermo, niuno uffiziale regio, nè ordinario, nè delegato, potesse esercitare veruna giurisdizione nella capitale, e che tutto il potere dovesse risedere nelle mani dei suoi uffiziali. Era accaduto un simile caso nell’anno 1562, quando fu mandato in Sicilia, come visitatore, Marcello Pignone marchese di Orioles, il quale, per non vulnerare il privilegio di Palermo si contentò di un atto del senato, con cui questo magistrato gli permettea di continuare la visita. Fu proposto lo stesso espediente al Bravo, ma questi ricusò di accettare questo atto. Laonde fu ricorso alla maestà di Filippo II, il quale con un dispaccio dei 27 di settembre 1584 dato in S. Lorenzo ordinò, che il senato facesse un atto simile a quello fatto all’Orioles (Del Vio Privil. Urbis Panormi p. 457). Questo affare poi si accomodò con una dichiarazione, che fe lo stesso visitatore, protestando, che non intendeva di punto pregiudicare i privilegi, e le consuetudini della città di Palermo (Lo stesso ivi p. 458).
      (1142) Bonfiglio Hist. di Sic. P. II, lib. X, p. 660.