Scomunicò infatti con una terribile bolla la regina Elisabetta, la dichiarò caduta dal regno, sciolse i sudditi di essa dal giuramento di fedeltà, e promulgò una crociata contro l’Inghilterra, accordando l’indulgenza plenaria a coloro, che s’impegnavano in questa spedizione. Ma queste armi a quell’età erano irruginite, nè aveano forza in quel regno.
(1149) Longo in Chron. apud Maurol. p. 356.
(1150) Cap. 21.
(1151) Oggi le medesime non più abitano in città, essendo quella casa molto ristretta. Nell’occasione che il marchese di Regalmici pretore l’anno 1777 aprì fuori la porta di Macqueda una nuova, e spaziosa strada, che conduce al Molo, che colle case, che vi si fabbricano, dilata la città, e la unisce al borgo di Santa Lucia, i governatori del Monte pensarono di edificare un monistero più ampio, che per allora si ergette fino al primo piano, per trasportarvi le verginelle sollecitamente, e in quest’anno 1790, in cui scriviamo, già sta portandosi al suo compimento.
(1152) Queste parole additano quanto fosse satirico il nostro Antonio Veneziano, che volle far capire che il vicerè curando sopra ogn’altra cosa la sua salute, promosse questo per altro necessario dissecamento.
(1153) Caruso Mem. Stor. P. III, lib. X, t. III, p. 235.
(1154) Vertot Histoire de Malte lib. XIV, t. V. p. 155.
(1155) Era stato eletto grande ammiraglio di questa formidabile flotta il marchese di Santacroce, che avea per vice-ammiraglio il duca di Polliano. Ma essendo questi due bravi capitani morti prima, che la squadra partisse, fu eletto al comando di essa il duca di Medinasidonia cavaliere di alto legnaggio, ma non di alto intendimento; il quale dopo un piccolo disastro di una burrasca, che poco danno arrecò, giunto a vista dell’armata nemica, invece di dar battaglia, dopo di essersi fatto vedere dall’ammiraglio Drake, che comandava la classe inglese, voltò le prore, e con questa evoluzione, in cui perdette alcuni vascelli, che si erano sbandati, andò ad incontrare quell’orribile oragano, che rovinò tutta la grande armata, e con essa le galee siciliane ancora (Hume Histoire d’Angleterre de la maison de Tudor t. VI, cap.
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