(1188) Sic. Sacra Not. Eccl. Panorm. pag. 186
      (1189) Pag. 18.
      (1190) Paruta Cron. Mss. ivi.
      (1191) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 422.
      (1192) T. II, p. 306.
      (1193) Pag. 199.
      (1194) Nei quattro giorni, che dimorò alla fossa di S. Giovanni fe delle stragi inudite nella Calabria. Avendo fatto sbarcare molta gente in terra, pose a ferro, e a fuoco, quanto era in quelle campagne; e avvicinandosi di poi alla città di Reggio la trovò vota; gli abitanti se n’erano fuggiti alle montagne. Questa città fu allora saccheggiata, i sacri tempj di essa furono spogliati di tutti i ricchi arredi, e non potendo infierire contro i vivi, incrudelì contro i morti, avendo fatto bruciare le loro ossa. Così attesta Bonfiglio, (Hist. Sic. P. II, lib. X, p. 668), cui in questo dee darsi ogni fede, essendo uno scrittore contemporaneo, che abitava in Messina.
      (1195) Caruso Mem. Stor. P. III, lib. X, tom. III, p. 244. – Aprile Cron. di Sic. lib. II, cap. 6, p. 314. – Longo in Chronol. apud Maurol. p. 257.
      (1196) Elenco Universale p. 101.
      (1197) Pag. 18.
      (1198) Reg. del protonotaro dell’anno 1595.1596, IX indiz. fogl. 141.
      (1199) Paruta pag. 18.
      (1200) Giannone Stor. Civ. del reg. di Nap. lib. XXXIX, cap. 6, t. V, p. 178.
      (1201) Longo in Chron. pag. 257.
      (1202) Longo ivi.
      (1203) Scrisse il Caruso che il re Filippo, per divertire l’armata turca dalla Sicilia, comandò al marchese di Geraci che mandasse a Costantinopoli Carlo Cicala fratello di Sinam bassà, affine d’indurlo a distrarre il minacciato turbine dal nostro regno; e soggiunse (Mem.