Convengono eglino, che fattasi dal Doria la rassegna di tutte le truppe in Trapani, partì questo supremo comandante colla squadra, e veleggiò verso la Sardegna, e di là passò a Porto Maone; e che una improvisa tempesta assalendo la flotta la percosse così crudelmente, che la fe tutta sparpagliare, di maniera che una buona parte delle galee urtando nei scogli vi perì. Abbonacciatosi di poi il mare, e raccolte le rimaste triremi, che si trovavano disperse, che mai fe il Doria? andò egli nonostante a mettere l’assedio in Algeri? Questo è ciò, che ci rende incerti. La maggior parte dei nostri storici lasciò scritto, che questo comandante, vedendo lo stato deplorabile, a cui per la fortuna sofferta erasi ridotta l’armata, non istimò, che fosse una saggia condotta lo avventurarsi alla impresa di Algeri a pericolo di perdere il resto della flotta, e che si determinò di differirla a miglior tempo; ma il Caruso (Mem. Stor. P. III, vol. II, lib. I, pag. 5), e l’Aprile (Cronol. di Sic. lib. II, cap. 7, pag. 319) intendono che siasi tuttavia andato in Algeri, ma che riuscì vano ogni tentativo, perchè le truppe si erano diminuite, e maltrattate nel viaggio, e per la sofferta burrasca, e perchè gli schiavi cristiani, ch’erano di concerto coi nostri, trascurarono di aprire la porta, che stava dirimpetto la strada maestra, mentre i Giannizzeri che la guardavano, andavano a riscuotere il loro soldo, e colla loro negligenza fecero fallire il colpo. Il Muratori (Annali d’Italia all’anno 1601, t. XI, p. 3), che vuole che la flotta sia andata in Algeri, e vi sia comparsa ai 30 di agosto, fe nascere nello avvicinarsi un vento contrario di levante, che la sconquassò, e spingendola verso ponente l’obbligò ad andare a Majorca, dove giunse ai 3 dei seguente settembre.