(1243) Pag. 20.
(1244) P. II, vol. II, lib. I, p. 19-20.
(1245) Parl. di Sic. t. I, pag. 438.
(1246) È degno di osservazione, per conoscersi quanto oggi siano cambiati i costumi, che non fu permesso allo sposo di andare coi parenti all’incontro di questa dama, e solo gli fu concesso di vagheggiarla dalla chiesa di S. Cita, ch’era presso al palagio di Cifuentes, e che a molto stento ottenne dal vicerè il giorno seguente di poterla visitare, ma a condizione che la visita non durasse più di due ore (Paruta Cron. Mss. p. 20).
(1247) Il cavallo regalatole dal senato di Palermo era coperto di tela d’argento; la principessa poi era vestita di un abito bianco guernito di perle, e di pietre preziose, e portava sul capo una piccola berretta di velluto nero ornata di sole perle, che le copriva le treccie. Qual diversità di gusto nel vestire! La dote di questa signora fu allora riputata dovizia, giacchè apportò tre mila scudi annuali assegnatile dal re sulle dogane di Sicilia, sessantamila in contanti, e trecento cinquanta mila in gioje, e robe, come furono valutate in Napoli. È fama che questa principessa restasse poi disgustata del marito, che le rimproverò gl’illegittimi natali, e che a questi dissapori debba la sua fondazione il monistero di S. Benedetto di Militello.
(1248) Paruta Cron. Mss. pag. 20.
(1249) Horat. Epist. lib. I, Epist. 18.
(1250) Cron. Mss. pag. 20.
(1251) Vertot Hist. de Malte lib. XIV, t. V, p. 159.
(1252) Bonfiglio Hist. Sic. P. III, lib. I, pag. 3. – Longo in Chron. pag.
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