A noi fa breccia che questa volgare tradizione non si trovi in alcuno dei nostri storici, e cronisti, che notarono le più minute cose.
      (1278) Longo in Chron. p. 261. – Aprile Cronol. di Sic. lib. II, cap. III, p. 321.
      (1279) Fu questi, per quel che sospettiamo, Carlo Gonzaga duca di Neveres, che come racconta il Muratori (Annali d’Italia all’anno 1608, t. XI, p. 231), fu spedito in Roma al pontefice Paolo V come ambasciatore, per attestare l’obbedienza alla santa sede dello zio monarca di Francia.
      (1280) Paruta Cron. Mss. pag. 22.
      (1281) Caruso Mem. Stor. P. III, tom. III, vol. II, lib. I, p. 16.
      (1282) Hist. Sic. P. III, lib. IV, p. 99.
      (1283) Nella favella siciliana si dice delle quattro Cantonere. Noi ci siamo guardati dall’adoprare questo nome, giacchè ha in toscano un senso lubrico, corrispondendo al Meretrix quadrantaria dei latini.
      (1284) Paruta Cron. Mss. pag. 22.
      (1285) Paruta ivi.
      (1286) Hist. Sic. P. III, lib. IV, p. 101.
      (1287) Paruta Cron. Mss. pag. 22.
      (1288) Paruta Cron. Mss. pag. 23.
      (1289) Paruta ivi p. 24.
      (1290) Paruta Cron. Mss. p. 24.
      (1291) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 450, e seg.
      (1292) Mongit. Parl. di Sic. t. I, pag. 450.
      (1293) Il Longo (Chron. Sic. apud Maurol. pag. 261) racconta che il marchese di Vigliena, per riscattare questo suo figliuolo bastardo, diede a pegno al senato di Palermo tutte le sue gioie. Ciò ci viene confermato da Vincenzo Talamanca duca di Miraglia (Elenco universale pag. 109), il quale avverte che fra le cose pignorate vi era una sella ricamata di perle, la quale tuttavia esiste nel tesoro del senato, sebbene vi manchino molte perle; e dai registri di questo magistrato s’intende che questa sella fu data in pegno per quattordici mila scudi.