Se i senatori di Trapani sono degni di commendazione nell’avere a tutta prima ricusato di dar pratica al galeone, meritano non ostante biasimo nell’avere ubbidito al comando del segretario, ancorchè questi avesse scritto a nome del vicerè. La salute del popolo, che è la suprema legge superiore a qualunque altra, è affidata alle mani di coloro, che sono deputati ad invigilare alla pubblica salvezza, i quali debbono disubbidire a qualunque comando, quando dall’esecuzione di esso andasse a pericolare la vita degli abitanti.
(1388) È ammirabile la pastoral cura, da cui fu animato il cardinal Doria arcivescovo di Palermo. Trovavasi egli a Termini per prendere i bagni. Udendo ivi la calamità, da cui era afflitta la capitale, non vi si trattenne neppure un giorno; ma immediatamente abbandonata la cura di sua salute, volò a Palermo per dar soccorso alle sue pecorelle, ed arrivatovi providde al bisogno degli appestati, non lasciò cotidianamente di visitarli, di apportar loro ajuti spirituali, e di profondere per le loro necessità copiose limosine. (Giovan Battista la Rosa Cron. diverse Mss. p. 24). Vero esempio del buon pastore, che dee sagrificare sè stesso per il bene del suo ovile.
(1389) La pestilenza è un veleno, che colla frequenza degli uomini si comunica, e si dilata. È perciò un canone presso i medici, che quando s’introduce, bisogna isfuggire, per quanto è possibile, ogni commercio, e per coloro, a’ quali il dovere prescrive l’assistenza agli appestati, fra i molti preservativi che eglino suggeriscono, il maggiore è quello d’intrattenersi cogli ammalati il meno, che sia possibile.
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