11, e seg.
      (1424) Era la Spagna fin dall’anno 1628 entrata in una guerra dispendiosissima, per impedire che il duca di Nevers ottenesse il ducato di Mantova per la vicina morte di Vincenzo Gonzaga l’ultimo di questa famiglia in Italia; ed oltre la Francia, che restava interessata a sostenere il detto duca, che quantunque di origine fosse italiano, era non ostante nato, ed abitava in Francia, avea anche per nemici i Veneziani, e Urbano VIII, i quali guardavano di mal occhio che la Spagna, che molto possedeva in Italia, salisse in più alto grado. Oltre a ciò sosteneva nei Paesi Bassi austriaci la guerra cogli Olandesi, che divenuti indipendenti, e forti, cercavano di rapirle anche il Belgio. Si aggiunse a tanti guai per colmo dei disastri la perdita di venti galeoni, che tornavano dall’America carichi di ori, e di argenti, fatta all’isola di Cuba nella disfatta, ch’ebbero dagli olandesi, i quali resisi con questo bottino più altieri, non lasciarono con nuove battaglie di soprafarla gli anni seguenti 1629.1630, e di ridurre il suo erario alla estrema desolazione.
      (1425) Longo in Chron. pag. 265. – Aprile, Auria, e Caruso.
      (1426) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 487.
      (1427) Mongit. ivi p. 490.
      (1428) Vedesi da questa condotta del ministro di Madrid l’accortezza, con cui volea trar profitto dalle gelosie, e dalle rivalità, ch’erano sempre state fra i Palermitani, e i Messinesi, e dalla premura, che avea la deputazione del regno, che non fosse punto minorata la sua autorità. Forse conoscevano i politici spagnuoli, che il progettato smembramento sarebbe stato cagione d’infiniti disordini, ed avrebbe a lungo andare apportata la rovina del regno; ed erano anche persuasi che Messina aggravata altronde d’altri pesi, non era in grado di soccombere a pagare i frutti dell’offerto milione, (che al sette per cento, usura allora consueta, importava settanta mila scudi annuali), e sostenere insieme le spese per la corte viceregia, che montar si faceano ad un di presso a più di cento mila scudi.