Pur nondimeno sparsero nei cuori degl’interessati il panico timore, che la corte era costretta ad accettare l’offerta dei Messinesi, se i deputati del regno, e i Palermitani non la indennizzavano, offerendo al re un donativo equivalente.
      (1429) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 494, e seg.
      (1430) L’avere la corte accettato i cinquecento mila scudi, ricusando il doppio, cioč il milione, che offerirono i Messinesi, e con clausole onerosissime, fa chiaro vedere quanto nella nota antecedente abbiamo avvertito, cioč che i ministri conobbero fin dal suo principio quanto fosse insussistente, ineseguibile e pregiudizievole alla corona, e al regno la progettata ripartizione della Sicilia in due viceregnati, e che finsero di porgere orecchio alla dimanda dei Messinesi per metter paura agli altri regnicoli ed in particolare ai Palermitani, e per trarne dei sussidj, dei quali veramente il re avea di bisogno.
      (1431) Longo in Cron. p. 265.
      (1432) Auria Cronol. dei vicerč di Sicilia p. 95. – Longo Cron. p. 266.
      (1433) Muratori Annali d’Italia all’anno 1630 t. XI, p. 105.
      (1434) Vertot Hist. de Malte lib. XIV, t. V, p. 171.
      (1435) Baronio de Majestate Urbis Panormi p. 176. 177.
      (1436) Reg. dell’anno 1631.1632, XV ind. p. 270.
      (1437) In Chron. pag. 266.
      (1438) Aprile Cron. di Sic. lib. II, cap. VIII, p. 434. – Auria Cron. de’ Vicerč p. 97. – Caruso Mem. Stor. P. III, lib. II, vol. II, p. 60.
      (1439) Giannone Istoria Civile del Regno di Napoli lib. XXXVII, cap. 2 t. V, p. 262.
      (1440) Caruso Mem. Stor. p. III, t. III, lib.