II, vol. II p. 60.
(1441) Mongit. Parl. di Sic. t. I, pag. 501.
(1442) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 503.
(1443) Si avverta che già la corte per la controversia tra Palermo, e Messina, che tenea indecisa, percepiva settecento cinquanta mila scudi, cioè i trecento mila offerti l’anno 1630 dal parlamento, li duecento mila del senato, e i duecento cinquanta mila esibiti in questa adunanza del 1633, che a confronto del milione offerto dai Messinesi, che non poteano pagare, era un denaro certo, e perciò da valutarsi assai più dell’apparente, che quelli esibivano. Pur nondimeno il re non si determinò ancora a favore dei Palermitani, e del resto del regno; e noi vedremo fra poco che la dimandata grazia non fu dal monarca accordata, se non quando le offerte straordinarie, e vere superarono l’ideale milione dei Messinesi.
(1444) Mongit. ivi pag. 505.506.
(1445) Memorando è l’esempio della pena data ad una donna. Costei manipolava un’acqua mortifera, che vendea a caro prezzo a coloro, che volendosi disfare, o vendicare di alcuno, la compravano. Era quest’acqua per quel che porta la fama, limpida, e saporosa, nè dava alcun segno del veleno, che contenea. Apportava sicuramente la morte, la quale arrivava più presto, o più tardi a misura della quantità, che si dava alla vittima, che si volea sagrificare. Chiamasi tuttavia a giorni nostri l’acqua Tofania dal nome Epifania, che nella siciliana volgar favella Tofania si dice, con cui chiamavasi questa scellerata femina. Il duca di Alcalà la fe subito carcerare, e dispensando al rito gli fe in brevi ore compilare il processo, e la fe strangolare.
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