(1446) Caruso Mem. Stor. tom. III, vol. II, lib. III, pag. 61.
(1447) Aprile Cron. di Sic. lib. II, cap. 8, p. 334; – Longo in Chron. p. 266
(1448) Da che l’anno 1452 il re Alfonso avea accordato a Palermo per soli sei anni la facoltà di fabbricar moneta fino all’anno 1634 di cui favelliamo, non era stato possibile d’indurre la corte ad accordare questo privilegio; e quando l’anno 1551 per la necessità, in cui era il regno, e per gl’incomodi nel trasportare gli argenti fu pregato il re Ferdinando il Cattolico di concedere un’altra zecca, egli, come allora osservammo, si contentò più tosto di scegliere la città di Termini, che di permetterla in Palermo. In questa città adunque per lo spazio d’anni 176, quanti ne corsero dal 1458, in cui cessò il privilegio accordato da Alfonso, fino al 1634 non si era più monetato, e alla città di Messina costantemente dal 1515 fino al 1634, cioè per anni 119, non fu mai contrastato il dritto privativo di coniare la moneta.
(1449) Del Vio Priv. Urbis Panormi p. 472.
(1450) Caruso Mem. Stor. Par. III, vol. II, lib. II, pag. 61.
(1451) Murat. Annali d’Italia all’anno 1634, tom. XI, pag. 130.
(1452) Aprile Cron. di Sic. lib. II, cap. 8, p. 334.
(1453) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 507.
(1454) Mongit. Parl. di Sic. t. I, p. 510. – Longo in Chron. p. 266.
(1455) Reg. dell’uffizio del prot. dell’anno 1635.1636, IV indiz. f. 116.
(1456) Vedi il Mss. dell’Auria, che conservasi nella libreria del senato di Palermo, sotto questo titolo: Diario delle cose occorse nella città di Palermo, e nel regno di Sicilia lett.
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