E, num. 10, all’an. 1635.
      (1457) Oltre le scuole di grammatica, rettorica, filosofia, e teologia, che sono aperte in S. Silvestro da questi benefici chierici regolari, il nostro clementissimo sovrano ha voluto ancora ch’eglino ergessero un seminario d’educazione per le persone civili, che per allora si collocò con gran disagio dei medesimi religiosi nella loro piccola casa, ed oggi essendo cresciuto il numero dei convittori, ed essendosi anche permesso ai nobili di collocarvi i proprj figliuoli, si è trasportato in quel Collegio dei Nobili, che era diretto dai PP. Gesuiti, prima che fossero stati discacciati dalla Sicilia; dove presentemente si coltivano le scienze, ed i costumi con molto profitto.
      (1458) L’amore della giustizia, e delle leggi, che animava il cuore di questo duca di Montalto crediamo che abbia dato luogo alla medaglia comunicataci dall’avvocato Tommaso Gandolfo. Fu essa coniata l’anno 1638 dopochè terminò la di lui presidenza, e nel diritto rappresenta il busto di questo cavaliere con mustacci, e barbetta, vestito d’armi bianche, attorno al quale leggesi: ALOYSIUS. PRINCEPS. DUX. MONTIS. ALTI. ET. ALCALÀ REGNI SICILIAE PRO RE. Nel rovescio vedesi la giustizia sedente appoggiata colla destra ad una colonna, e tenente colla sinistra la bilancia, col motto: IN. OMNIBUS. EGO. Un’altra medaglia segli era coniata due anni prima, cioè l’anno 1636, nella occasione che fu alzato il tempio di S. Maria della Concezione dei frati della Redenzione dei Cattivi. Attorno al busto di questo duca sta scritto: D. ALOYSIUS. MONCADA. ET. ARAG. PRI. PATER. DUX. MONTALTI. e presso alla testa: PROREX. SICILIAE. e nel rovescio: TEMPLUM. DIVAE. MARIAE. CONCEPTIONIS. P. D. ANNO 1636. È da notarsi in dette medaglie, che quantunque egli non avesse avuta altra carica, che quella di presidente del regno, pur nondimeno è chiamato vicerè, ciò che prova, che neppure le medaglie sono una sicura scorta per iscoprirsi la verità.