(1502) Diario di Pal. all’anno 1641.
      (1503) Mongit. Parl. di Sic. t. II, p. 14.
      (1504) Mongit. Parl. di Sic. t. III, p. 16.
      (1505) Ci è ignoto d’onde mai il Caruso (Mem. Stor. P. II, lib. II, vol. II, p. 69) abbia tratto, che il conte di Modica abbia dimandato al parlamento per donativo straordinario seicento mila scudi, e quattro mila e cinquecento fanti di milizia. Gli atti del parlamento non portano che la semplice, e nuda dimanda, che abbiamo additata, di uno indefinito soccorso, e di sei mila soldati di fanteria. Sbaglia ancora questo scrittore nel raccontare che il donativo straordinario fu di cento cinquanta mila scudi, nel quale errore fu prima di lui il padre Aprile (Cronol. di Sic. lib. II, cap. 8, pag. 341).
      (1506) Mongit. Parl. di Sic. t. II, p. 21, e seg.
      (1507) Longo in Chron. pag. 168.
      (1508) Lo stesso Caruso (pag. di sopra citata) scrisse, che il principe di Leonforte, oltre di essere stato privato del preteso diritto, fu per qualche tempo tenuto in una onorata prigione; e col solito suo costume di questa carcerazione non ci arreca veruna testimonianza, che la attesti. Possibile che il cronista messinese abbia tacciuta una circostanza, che avrebbe vieppiù consolidata la ragione dei senatori? Pure il Longo la tace.
      (1509) Vuolsi che questa elezione fosse un tratto di soprafina politica del nuovo ministro de Haro. Considerava egli che l’almirante di Castiglia potesse essere uno dei più forti pretensori al ministero, ch’ei non occupava, che per una interina provvidenza; laonde per tenerlo lontano, ed insieme contento, suggerì che fosse necessario di promuoverlo al viceregnato di Napoli.