(Auria Diario di Pal. all’an. 1648, p. 141).
(1582) Siccome era cosa incomoda il badare alla esenzione degli ecclesiastici dalle suddette gabelle, e spesso si usavano delle frodi, entrando il vino, e la farina sotto il nome di essi, che poi apparteneano ai secolari, così fin dell’anno 1671 si calcolò quanto potesse essere il consumo di qualunque ecclesiastico, e si compensò in denaro la loro esenzione, pagando poi eglino le gabelle come gli altri. Furono perciò assegnati trentacinque tarini per ciascheduno, cioè tarini quindici per la gabella della farina, e tarini venti per quella del vino. Questo denaro, che si paga annualmente ad ogni ecclesiastico dalla deputazione, è quello che chiamasi scasciato. Le comunità religiose, senza contarsi i singoli che le compongono, sono convenute coi deputati di una data somma annuale, o che cresca, o che diminuisca il loro numero, e così le opere pie laicali. (Deputazione delle nuove gabelle p. 103, e seg.)
(1583) Questa dimanda mostra che il Trivulzio non ancor sapesse che la Spagna era già libera dalle guerre, imperocchè sebbene non avesse aderito di poi alla pace di Vestfalia, che fu stipulata ai 24 dello stesso mese di ottobre, avea nondimeno durante le negoziazioni di essa, che tiravano assai a lungo, fatta una pace particolare cogli Olandesi, per cui non ebbe più nemici, sebbene abbia dovuto riconoscere per sovrani quegli stessi, che se gli erano ribellati.
(1584) Mongit. Parl. di Sic. t. II, p. 29, e seg.
(1585) Cap. Reg. Sic. t. II, in Phil.
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