(1667) Auria Diario di Pal. t. I, dell’anno 1657.
(1668) Reg. dell’officina del protonot. dell’anno 1657.1658, XI ind. fogl. 214.
(1669) Reg. dell’uffizio del prot. dell’anno 1657.1658, XI ind. fogl. 214.
(1670) Auria Diario di Pal. t. I, all’anno 1657.
(1671) Auria ivi.
(1672) Con questa precauzione si liberò egli dal pericolo di essere spogliato, e maltrattato. Per un malinteso, e strano costume nello entrare gli arcivescovi nella cattedrale si affollava il vil popolaccio intorno al prelato, e lo spogliava a forza dei vestimenti sacri, che portava addosso, che poi vendea. E spesse volte accadea, che oltre di esserglisi strappate le vesti, egli arrivava al luogo del possesso malconcio, e pesto, e alcuna fiata ancora ferito. (Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1658).
(1673) Reg. dell’officina del prot. dell’anno 1657.1658 XI ind. fogl. 214.
(1674) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1658.
(1675) Cap. XXI.
(1676) Vincenzo Auria nel suo Diario di Pal. (t. II, all’anno 1658) autore sincrono racconta, come testimone oculare, che mentre si eseguiva la barbara sentenza nel piano di s. Erasmo, fu veduto uno stormo di corvi, che gridavano, e crocitavano attorno a questo sventurato frate, e che questi animali, dopo che ei fu bruciato, se ne partirono; e pretende che i medesimi fossero tanti demonj sotto la forma di quel volatile, i quali aspettavano che fra Diego esalasse l’anima per portarsela all’inferno. Noi ammiriamo la dabbenaggine di questo scrittore, ma non siamo in grado d’inghiottirci questa pillola, persuasi niente essere più naturale, quanto il volare dei corvi in una campagna presso il mare, e nella stagione piovosa, senza che sia d’uopo di ricorrere ai diavoli.
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