(1725) Amico Catana Illustrata t. II, lib. VIII, pag. 448. – Aprile Cronol. di Sic. p. II, cap. IX, pag. 361.
(1726) Tedeschi Ragguagli degl’incendi di Mongibello pag. 58, 59.
(1727) Brusone Histor. an. 1668, lib. XXXVI, p. 916.
(1728) Capo VIII, pag. 231, nota 3.
(1729) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1699.
(1730) Era questa imposizione un sussidio, che serviva per il soldo delle guarnigioni, che difendevano i loro castelli; ed era giusto ch’eglino lo soffrissero, perchè queste soldatesche erano impiegate unicamente alla loro difesa.
(1731) Caruso Mem. Stor. P. III, lib. VI, tom. III, vol. II, pag. 157. – Aprile Cron. di Sic. lib. II, cap. IX, p. 362. – Longo in Chron. p. 276.
(1732) Reg. del prot. dell’anno 1669.1670, VIII ind. fogl. 415.
(1733) Reg. del prot. dell’anno 1669.1670, VIII ind. fog. 415.
(1734) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1670.
(1735) Mongit. Parl. di Sic. t. II, p. 57.
(1736) Costumavasi fino a quel tempo che all’apertura del parlamento gli ordini dello stato andassero a cavallo. Or nacque in questa occasione una controversia. Pretendea l’arcivescovo di Palermo capo del braccio ecclesiastico, che si dovesse portare innanzi a sè la Croce da uno ecclesiastico vestito di cotta, la qual cosa non trovandosi scritta negli atti del protonotaro, il principe di Lignè pregò l’arcivescovo a contentarsi per allora di andare senza questo distintivo: compromettendosi, che avrebbe dopo il parlamento fatta giustizia alla sua pretensione, s’era ragionevole. Fu infatti dato l’incarico di questo esame al giudice della monarchia, che consultò con gli esempj antecedenti a favore dell’arcivescovo; e a questo voto aderirono ancora il consultore Pietro Guerriero, e il reggente presidente Orazio della Torre.
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