E quindi il vicerè fece un atto ai 20 di maggio, con cui conservò questo privilegio al mentovato arcivescovo, e ai di lui successori (Mongitore Parl. di Sic. t. II, pag. 67).
(1737) Cronol. dei Vicerè pag. 147.
(1738) Elenco Universale pag. 147.
(1739) Cronolog. l. c.
(1740) Questo regolamento non potea essere migliore; giacchè a parte che liberava la città da qualunque tumulto, che costoro suscitar poteano, la tenea lontana da ogni epidemico influsso. Cenciosi, malvestiti, pieni di succidume, e per lo più infermi, e malsani abitando dappertutto poteano di leggieri introdurvi l’infezione.
(1741) Fe egli ai 19 di dicembre 1671 pubblicamente bruciare nella piazza della Marina il cocchio di Vincenzo la Farina marchese di Madonia, solo perchè furono in essa trovati, forse per frode del cocchiero, quattro tarini di pane (Auria Diario di Pal. t. II, agli anni 1671.1672).
(1742) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1671.1672.
(1743) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1671.1672.
(1744) Il tumolo, per la intelligenza degli stranieri, ai quali sono ignote le nostre misure, è una parte della salma, sebbene in alcuni paesi del regno sia la ventesima, e in altri la sedicesima. Si ragiona che una salma di farina sia sufficiente ad alimentare un uomo in un anno. Ma per la ragione addotta, che il consumo cresce, quando si fa sentire la carestia, il provvido vicerè obbligò costoro a depositarne più di quel che fosse bastato in tempo di abbondanza.
(1745) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1671.1672.
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