(1746) Il merlo è l’uccello noto, che va sotto questo nome anche nella toscana favella; il malvizzo è così chiamato nella lingua siciliana, e non è altro che il tordo.
      (1747) Diario di Pal. t. II, all’anno 1672.
      (1748) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1672.
      (1749) In Chron. pag. 277.
      (1750) Longo in Chron. pag. 278.
      (1751) Auria Diario di Pal. t. I, all’anno 1672.
      (1752) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1672.
      (1753) Longo in Chron. pag. 270.
      (1754) Dovendo assistervi il senato, fu apposto dirimpetto al soglio viceregio un superbo panno, che servisse di spalliera ai senatori. Parve strano agli uffiziali viceregj, che un semplice magistrato avesse quest’onore in presenza di colui che rappresenta il re, e volendolo levare ne furono malmenati dai mentovati Scopa, Crisafulli, e Cavatore.
      (1755) Cronol. di Sic. lib. II, cap. IX, pag. 364.
      (1756) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1673.
      (1757) Auria Diario di Pal. t. II, all’anno 1673.
      (1758) Non molto dopo comparvero a Trapani due grosse galee francesi. Il real patrimonio, cui giunse la notizia ai 15 di luglio 1673, ordinò che si lasciassero sbarcare i soli uffiziali, e si accordassero i viveri a tutti. Altre dieci galee nel seguente giorno furono vedute vicino Palermo nell’acqua detta dei Corsari, che venivano da Lipari, spacciando che erano destinate di andare colle altre, che aspettavano da Trapani, contro i Mori, e gli Olandesi. L’affare era di considerazione, e si dubitava che non avessero altro destino. Fu perciò tenuto un congresso nel palagio del marchese di Bajona generale delle galee, dove intervenne l’arcivescovo monsignor Luzano, il pretore Luigi Reggio marchese della Ginestra, il principe di Campofiorito suo padre, il marchese di Geraci, ed altri cavalieri.