Urbis Pan. pag. 487.
(1773) Reg. del prot. dell’anno 1674.1675, XIII ind. pag. 60.
(1774) Longo in Chron. pag. 282.
(1775) Vertot Hist. de Malte liv. XIV, t. V, p. 251.
(1776) Romano Congiura contro Messina P. II, lib. II, pag. 134.
(1777) Longo in Chron. pag. 283.
(1778) Longo in Chron. pag. 283.
(1779) Longo in Chron. pag. 283.
(1780) Longo in Chron. pag. 283.
(1781) Longo in Chron. pag. 283.
(1782) Forse taluno si maraviglierà, come il duca di Vivonne, ch’era lo ammiraglio, sapendo l’avvicinamento della squadra olandese, siesi restato a Messina, ed abbia ricusato di provarsi col bravo Ruiter, cedendo al suo luogotenente la palma della vittoria, che sperar potea. Ma nè per paura, nè per poco desio di gloria rimase egli a terra. Dovette intrattenersi in quella città, perchè già incominciava a trasparire in quegli abitanti il malcontentamento contro i Francesi, che non più consideravano, che come oppressori. Noi in appresso additeremo le cagioni dei loro disgusti. Dovette adunque il Vivonne starsene ivi per prevenire ogni temuta cospirazione.
(1783) Longo in Chron. pag. 284. – Amico in Auctario ad Fazellum t. III, pag. 310. – Aprile Cronol. di Sicilia lib. II, cap. 9, pag. 273.
(1784) Sono divisi gli scrittori nello indicare la cagione, perchè il Ruiter facesse questa guerra di maltalento. Vi è chi pensa, ch’ei credesse di non avere forze bastanti per riuscire in questa impresa. Piace ad altri, ch’ei restasse malsoddisfatto dei vascelli spagnuoli, che non lo servivano a dovere; ma questi fino a quel punto non erano stati in azione.
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