Cercano i tonni vedendosi chiusi di scappare; ma siccome sono timidi, di muso delicato, e di vista debole, toccando le corde si arretrano, e girando attorno entrano nella seconda, e nella terza camera, le di cui porte sono patenti, e finalmente nella camera della morte. Sotto a questa evvi una rete più grande, e lavorata con maglia più stretta, che chiamasi corpo. Quando dunque è arrivata l’ora della pescaggione, i marinari alzano a pelo d’acqua il corpo sotto la camera della morte, e con esso i tonni, che vi sono dentro, i quali vedendosi ristretti senza che abbiano modo di scappare, si dibattono disperatamente, e mettono sossopra le acque, con qual moto vengono bagnati i numerosi spettatori: fino che arrivati a tiro dei pescatori, questi con uncini di ferro li feriscono, e li cavano fuori del corpo, mettendoli nelle barche, che stanno attorno. Si giunge delle volte a prenderne delle migliaia in brevissimo tempo, e con una destrezza, che fa meraviglia, e spesso vi si pescano ancora dei pescispada, coi quali i tonni si accomunano.
(2007) Mongitore Diario di Pal. t. II, pag. 325.
(2008) Lo stesso ivi pag. 330.
(2009) Diario di Pal. t. II, pag. 336.
(2010) Mongit. Diario di Pal. t. II, pag. 341.
(2011) Caruso Mem. Stor. P. III, lib. X, t. III, vol. II, pag. 274.
(2012) Vuolsi che questo castellano fosse di accordo coi consoli, e che li avesse assicurati, che restando eglino fedeli al re Cattolico, la città non sarebbe stata mai offesa dal cannone del castello: e vi fu chi disse, ch’ei avesse esibite delle munizioni da guerra ai medesimi, per difendersi contro gl’Irlandesi (Mongit.
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