Costoro, considerando la lettera da tutti i lati, decisero che la controversia dibattuta non era in alcun modo da riputarsi dommatica, ma puramente giurisdizionale. Per amore della verità non dobbiamo tacere, che i tre vescovi ebbero ancor essi i loro teologi, che sentenziarono a favore della loro proposizione. Tanto è vero che non tutti gli uomini pensano nello stesso modo, e che questi maestri in divinità trovano spesso delle ragioni, che favoriscono il partito, per cui sono adoprati. Fu perciò divisa la Sicilia di sentimenti, approvando altri, ed altri disapprovando la condotta dei suoi ministri, e la risoluzione presa dai prelati, e in ogni angolo del regno udivansi delle dispute, e delle contestazioni intorno a questo affare.
      (2052) Mongit. Diario di Pal. t. II, p. 448.
      (2053) Muratori Ann. d’Italia tom. XII, all’anno 1711 pag. 66.
      (2054) Codex Italiae Diplomaticus tom. I, pag. 1023 e seg.
      (2055) Diario di Pal. tom. II pag. 487.
      (2056) Mss. della libreria del senato di Palermo lett. Q. n. 7.
      (2057) Mongit. Diario di Pal. t. II, pag. 483.
      (2058) Mongit. Diario di Pal. t. II, p. 492.
      (2059) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 2, e 3.
      (2060) Mongit. Diario di Pal. t. II, p. 5. 6.
      (2061) Si pretende a ragione, che di allora il re Vittorio Amedeo invaghito delle nostre due strade del Cassero, e la Nuova che sono altrimenti dette Toledo, e Macqueda, e della piazza, che le medesime incrocicchiate formano, abbia disegnato di farne le simili a Torino, come egli poi, e il di lui figliuolo Carlo Emmanuele eseguirono, sebbene siensi in quella capitale di Savoja più ampie aperte le strade, e i disegni dei palagi delle medesime sieno di una tale simmetria, che incantano.