Oggi il governo lo ha destinato per casa di correzione per i ragazzi vagabondi, e viziosi, affine di gastigarsi, e rendersi utili membri della società.
(2084) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 117.
(2085) Reg. della regia cancellaria dell’anno 1713.1714, VI ind. fogl. 144.
(2086) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 115.
(2087) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 119.
(2088) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 195.
(2089) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 122.123.
(2090) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 140.
(2091) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 140.
(2092) Era in Roma ministro di Spagna Giuseppe Molines, il quale incaricato dalla sua corte d’interporsi in questo affare, sotto i 17 aprile 1715, presentò al papa una supplica ragionata, con cui facendo rilevare l’antichità della apostolica legazia, confermata dalla santa sede, pregavalo a nome del suo re a sospendere la esecuzione della bolla, per dar luogo ad un più diligente esame. Non fu ascoltato, e perciò sotto i 23 di dicembre fece per parte del re Cattolico una protesta, così contro il breve dei 20 febbraio, come contro l’altro dei 23 di luglio con cui si dava di nullità all’appello del procuratore fiscale. Siccome poi questa protesta del ministro di Spagna fu ributtata dalla segretaria di stato del papa, egli lo stesso giorno ne presentò un’altra assai più lunga, in cui rapportando quanto si era fatto in Sicilia dai sovrani dai tempi del conte Ruggiero sino a tutto il diecisettesimo secolo nell’apostolica legazia, con un possesso immemorabile, e senza veruna opposizione, dichiara che la sua corte non approvava punto le bolle emanate da S.S. sopra questo affare, e si opponea a tutto ciò, che avesse potuto in avvenire farsi in Roma contro le presentate proteste.
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