(2093) Mongit. Diario di Pal. t. III, p. 164.
(2094) Vertot Hist. de Malte liv. XIV, tom. V, p. 287, e seg.
(2095) Mongit. Diario di Pal. t. III, p. 158.
(2096) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 169.
(2097) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 218.
(2098) Muratori Annali d’Italia all’an. 1714, t. XII, pag. 81.
(2099) Muratori Ann. d’Italia al 1717, t. XII, p. 94. – Voltaire Essai sur l’Histoire Général tom. VII, pag. 112, 113.
(2100) Questa condiscendenza del pontefice fe credere a tutte le altre potenze di Europa, e particolarmente all’imperatore Carlo VI, che Clemente sapesse il destino delle armate spagnuole, e fosse di accordo col cardinale Alberoni. Perciò questo augusto vietò al nunzio pontifizio, che risedeva a Vienna, che venisse in corte; e in Napoli ordinò, che l’altro nunzio fosse discacciato fra lo spazio di ventiquattr’ore, e che fossero sequestrati tutti i beni, che i cardinali, ed i prelati romani possedevano in quel regno: il che rincrebbe più a quella corte, che il bando dato al nunzio. (Muratori Ann. d’Italia agli anni 1717, 1718, t. XII, pag. 191, 196).
(2101) Cesare, che non sapea persuadersi, che Clemente non fosse inteso della impresa di Sardegna, nè volea credere alle assicurazioni, che questo papa gli dava, protestando che nulla ne avea penetrato; gli scrisse, che se gli volea dare sicure riprove di non avere avuta parte alcuna in questo tradimento, gastigasse lo Alberoni, chiamandolo in Roma, e punendolo di quanto fatto avea. Ma o che questo papa non avesse tanta forza da farlo, o che non credesse nelle presenti circostanze di dovere adoprare questo rigore, si trattenne fra’ limiti dei soli rimproveri.
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