(2102) Muratori Annali d’Italia t. XII, pag. 97.
(2103) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 3.
(2104) Lunig. Codex Italiae Dipl. t. I, pag. 1031.
(2105) Lo stesso.
(2106) Questi furono i pretesti dei quali si valse il gabinetto di Spagna nei suoi pubblici manifesti, per coonestare in faccia al mondo, che strepitava contro questo tradimento, la risoluzione d’invadere la Sicilia. Ma noi per amore della verità dobbiamo ingenuamente confessare, che il re Vittorio, se fece alcun cambiamento nelle nostre leggi, privilegi, consuetudini ec. questo fu di piccola conseguenza, e sempre riguardò il vantaggio del regno, e che rispetto ai titoli, e dignità ecclesiastiche, e secolari, e a tutto il resto, che viene accennato nel num. 6 del mentovato trattato, egli fedelmente le osservò; trattene quelle che furono concesse dalla corte di Madrid dopo i 22 di settembre dell’anno 1713, nel qual giorno fu egli in Torino acclamato per re di Sicilia.
(2107) Dimandavansi in essi 1. la conservazione dei privilegi della città, 2. la esenzione da ogni ostilità, 3. la salvezza delle fabbriche, quando sarebbe stato attaccato il castello, 4. la libertà ai sudditi del re Vittorio di sortire dal regno, o di restarvi, 5. la conservazione della roba di coloro, che avessero seguito il vicerè conte Maffei, e 6. la indennità nei beni, e nella persona di chicchesia nobile, o cittadino, che fosse stato impiegato al servizio del re Vittorio in Torino, o che si trovasse in quella città per suoi privati affari.
(2108) Furono fatti buoni i primi due capitoli.
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