Essendosi perciò d’allora aperti dai particolari dei magazzini, dove potea ciascheduno comprare frumenti, e farine, questo privilegio fu poi detto l’apertura del particolare, come tuttavia si nomina.
(2124) Mongit. Diario di Pal. t. III, pag. 50, 51.
(2125) Mongit. Diario di Pal. t. IV, p. 68. 69.
(2126) Mongit. Diario di Pal. t. IV, p. 51.
(2127) Mongit. Diario di Pal. t. IV, p. 58.
(2128) Mongit. Diario di Pal. t. IV, p. 59, e seg.
(2129) Non molto si curò questo attivo ministro di suscitare dei sinistri al re Vittorio, e a Carlo VI imperatore. Del primo era sicuro, che gli stasse per cadere dal capo la corona di Sicilia, essendo così bene inoltrate le armi spagnuole nel possesso della isola. Al secondo, dopo di averlo spogliato del regno di Sardegna, lusingavasi di togliere, conquistata che fosse la Sicilia, il regno di Napoli, e poi lo stato di Milano. Lo teneano però assai agitato l’Inghilterra, e la Francia: potenze formidabili per mare, e per terra. Per opprimere la prima avea tenuto varie conferenze col duca di Ormond, che discacciato dalla corte di Londra si era ricoverato a Madrid, e col mezzo di questo cavaliere, e per altre vie avea manipolata una sollevazione in Iscozia. Quando gli parve, che fosse vicina a scoppiare, chiamò da Roma il cavaliere di S. Giorgio, o sia il re Giacomo III, fratello della difonta regina Anna, ch’era mantenuto a spese della santa sede. Arrivò questi a Madrid nel mese di febbraio 1719. Avea il ministro preparata una flotta, per condurlo in Iscozia a sostenere la commozione di quegli abitanti.
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