(Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 88). Questa di cui ragioniamo, fu una nuova imposizione.
(2148) Amico in Auct. ad Fazell. t. III, pag. 331. – Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 93, e 95.
(2149) Se la fama non mente, raccontasi che stante la renitenza, che mostravano le truppe a correre ad una certa morte, il Mercy abbia ordinato, che le file di dietro uccidessero colle bajonette coloro delle file antecedenti, che ricusavano d’inoltrarsi, e che sia perciò perito un maggior numero di soldati per mano dei loro compagni, che per quelle degli Spagnuoli, senza che il Mercy si curasse di perdere, purchè ottenesse il suo intento, tanti valorosi campioni.
(2150) Amico in Auct. ad Fazell. t. III, pag. 331.
(2151) Amico in Auct. ad Fazell. t. III, pag. 331.
(2152) Ann. d’Italia all’anno 1719. t. XII, p. 106.
(2153) Diario di Pal. t. IV, pag. 97.
(2154) Mongitore ivi.
(2155) Lo stesso pag. 98, e seg.
(2156) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 98.
(2157) Mongit. Diario di Pal. t. IV, p. 102, 105.
(2158) Si avvalsero i principi della quadruplice lega dell’opera di Francesco Farnese duca di Parma, che avea così stretti legami colla regina Elisabetta, che dominava sul cuore di Filippo V. Esibirono a questo duca il governo di Milano, e fecero altre proferte, se atterrava questo potente ministro. Non ebbe il duca bisogno di molti stimoli; era egli personalmente nemico del cardinale, che non soffriva che le sue lettere si presentassero ai monarchi di Spagna, se prima egli non le leggeva. Vi si trovò disposta anche la regina, irritata dall’alterigia di questo uomo, ch’essa dal nulla avea promosso a così alto grado.
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