Anche il papa Clemente XI. ne mormorava: pretendendo che i ducati di Parma, e di Piacenza, estinti i maschi della famiglia Farnese, doveano ritornare alla camera apostolica, da cui li avea distratti il pontefice Alessandro VI. Ma cantarono tutti ai sordi, e dovettero soggiacere alla legge del più forte, ch’è il codice il più efficace a decidere le controversie. (Muratori Ann. d’Italia all’anno 1720, t. XII, pag. 110).
      (2160) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 106.
      (2161) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 110.
      (2162) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 114.
      (2163) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 116, e seg.
      (2164) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 114. 115.
      (2165) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 121, 122.
      (2166) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 121, 122.
      (2167) Lo stesso pag. 124.
      (2168) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 125.
      (2169) Mongit. Diario di Pal. t. IV, p. 133, 134.
      (2170) Lo stesso ivi.
      (2171) Mongit. Diario di Pal. t. IV, p. 158, e seg.
      (2172) Mongit. Diario di Pal. t. IV, p. 162, e seg.
      (2173) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 167.
      (2174) Non è qui luogo di raccontare intorno al conte di Mercy le favole, che lasciò registrate il Burigny (Histoire de Sicile t. II, liv. XI, § XIV, pag. 447, e 448). Si sono queste rilevate da noi nelle lettere sotto nome di Giovanni Filotete stampate in Napoli l’anno 1786, per i torchi di Vincenzo Flauto, (Lettera VI, t. III, p. 117) alle quali ci rimettiamo.
      (2175) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 170.
      (2176) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag.