452) che i Siciliani, uditane la notizia, spedirono a Napoli due cavalieri al nuovo monarca, per supplicarlo a portarsi prontamente in Sicilia, assicurandolo che sarebbe stato da’ nazionali ricevuto a braccia aperte. Soggiunge, che questi inviati gli recarono la notizia, che gli Alemanni aveano abbandonato Palermo, e tutte le città del regno, eccettuate Siracusa, Trapani, e Messina, dove si erano ritirati, nelle quali fortezze non aveano più di cinque o seicento soldati. Ma di grazia come mai si chiamavano i due cavalieri destinati a questa ambasceria? Da chi mai furono spediti? Era necessario un parlamento, o una assemblea della nazione, per scegliersi i soggetti da destinarsi al nuovo conquistatore del regno di Napoli, nè la deputazione del regno da sè vi si sarebbe arrischiata. Come poi potevano costoro attestare, che trattene le tre nominate fortezze, gl’imperiali abbandonato aveano il resto della Sicilia, quando costa che dappertutto ven’erano nei castelli, e in Palermo istesso v’era il generale Roma, che non ne partì, se non quando si avvicinarono gli Spagnuoli? Come poteano eglino far fede, che i Tedeschi non erano in tutto che seicento, quando nella sola Palermo, che dicesi da loro abbandonata, erano rimasti più di 600, oltre le migliaia spedite in Trapani, in Messina, e in Siracusa, dei quali abbiamo descritta, e descriveremo la partenza?
(2258) La condotta tenuta dalle truppe alemanne, così in Napoli, che in Sicilia, le quali dopo breve resistenza si arrendevano, fece allora credere che gli uffiziali tedeschi non fossero nella libertà di agire, e che avessero avuto dal gabinetto di Vienna segrete istruzioni di cedere a misura, che si avvicinavano gli Spagnuoli, dopo di avere mostrato di opporsi.
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