(2263) Reg. del protonot. dell’an. 1733.1734, XII ind. pag. 1.
(2264) Mongit. Diario di Pal. t. IV, pag. 7. 8.
(2265) Mongit. Diario di Pal. t. VI, pag. 7. 8.
(2266) Reg. del prot. dell’anno 1734.1735, XIII ind. pag. 1.
(2267) Mongit. Diario di Pal. t. VI, p. 11. 12.
(2268) Mongit. Diario di Pal. t. VI, p. 12. 13.
(2269) Mongit. Diario di Pal. t. VI, p. 19. 20.
(2270) Reg. del proton. dell’anno 1734.1735, XIII ind. lib. I, fogl. 29.
(2271) Mongit. Diario di Pal. t. VI, pag. 18.
(2272) Amico in Auct. ad Fazell. t. III, pag. 340.
(2273) Mongit. Diario di Pal. t. VI, p. 24, e seg.
(2274) Lo stesso ivi.
(2275) Amico in Auct. ad Faz. t. III, pag. 340.
(2276) Mongit. Diario di Pal. t. VI, pag. 19.
(2277) Quando i sovrani compivano gli anni, o che cadea la festa del santo, di cui portavano il nome, vi era la sera lo invito, che facea il capitano della città, al regio palagio della nobiltà, del ministero, e degli uffiziali dello esercito, e diceasi volgarmente esservi galleria, in quanto che nella sala, che chiamasi galleria, si facea questa festa. Trovavasi la detta sala illuminata con numerosi doppieri, erano gl’invitati trattati con lauti rinfreschi; dai musici si cantava un dramma allusivo a quella fausta occasione; e cosi terminava la festa. La spesa faceasi a nome del re, essendosi assegnate oncie duegento, cioè cinquecento scudi ai vicerè, ogni volta, che doveano darla. Quando venne al governo di questo regno il duca di Laviefuille, dopo la musica furono introdotti il ballo, che apriva lo stesso vicerè con una delle principali dame, e i giuochi di commercio.
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